- Pagate di più, mangiate di meno
- fate veri pasti
- mangiate a tavola
- se possibile non da soli
- ascoltate il vostro intestino
- non mangiate di corsa
- cucinate e se potete coltivate un’orto
- preferite i vegetali e in particolare le verdure a foglia
- siete anche quello che mangia l’animale
- siate onnivori
- mangiate cibo cresciuto in modo sano su terreni sani
- mangiate cibi selvatici quando ne avete la possibilità
- non cerchiamo un alimento magico nelle diete tradizionali
- non mangiate nulla che la vostra bisnonna non riconoscerebbe come cibo vero
- non mangiate nulla che non può andare a male
- evitate i cibi che contengono ingredienti sconosciuti o dai nomi impronunciabili o che contengono più di 5 prodotti
- evitate prodotti che pubblicizzano effetti sulla salute
- nei supermercati stiamo lontani dalla zona centrale e facciamo acquisti nelle zone periferiche
Gli uomini, come gli animali da cui dipendono, consumano molti più semi che foglie, queste forniscono molti più nutrienti essenziali che il nostro organismo non può ottenere dai cereali raffinati. Tra questi vi sono antiossidanti, fitonutrienti, acidi grassi omega 3 ( che potrebbe essere secondo alcuni ricercatori uno dei componenti cruciali).
Nell’agricoltura industriale dal 1980 ad oggi si riescono a produrre circa 600 calorie in più al giorno per persona, i prezzi sono diminuiti e noi mangiamo circa 300 calorie in più al giorno. Quasi un quarto da zuccheri aggiunti, un altro quarto da grassi aggiunti, circa il 45% da cereali raffinati e le calorie restanti (8%) da frutta e verdura. Abbiamo creato una nuova creatura, un essere umano che riesce ad essere allo stesso tempo sovralimentato e sottonutrito.
Quando la base della nostra alimentazione si è spostata dalle foglie ai cereali, il rapporto tra omega 6 ed omega 3 è cambiato, lo stesso è accaduto per gli animali di cui ci nutriamo, l’agricoltura industriale li ha privati del loro cibo naturale, erba e foglie e li nutre con diete ipercaloriche a base di cereali. Il risultato è stato una forte diminuzione di omega 3 ed un aumento di omega 6 nella carne, latticini e nova. Allo stesso modo, i produttori hanno ridotto ulteriormente gli omega 3 dagli alimenti trasformati, perchè meno stabili degli omega 6, si deteriorano facilmente.
Gli omega 3 avrebbero un ruolo importante nello sviluppo e nel funzionamento del cervello, nell’acuità visiva (il che calza bene nel loro ruolo nella fotosintesi), nella permeabilità delle pareti cellulari nel metabolismo del glucosio, nell’attenuazione delle infiammazioni. Gli omega 6 sono implicati nell’accumulo di grassi (è quello che fanno nelle piante). Poiché i due acidi grassi competono per lo spazio nelle membrane cellulari e per alcuni enzimi, il loro rapporto è più importante che la quantità assoluta. Un eccesso di omega 6 è tanto dannoso quanto un difetto di omega 3.
Abbiamo modificato notevolmente la proporzione fra questi due grassi essenziali, con il risultato che oggi la nostra alimentazione è notevolmente sbilanciata a favore degli omega 6. Mediamente il rapporto tra omega 6 ed omega 3 è circa 10 a 1. Nell’alimentazione preindustriale il rapporto era circa 3 a 1.