Nelle persone anziane, per ragioni non ancora del tutto comprese, ma certamente legate alla diminuzione degli ormoni sessuali e dell’attività fisica, le ossa perdono calcio, diventano più fragili e possono rompersi anche per traumi lievi.
Siamo abituati a pensare alle ossa come a degli organi un po’ stupidi, che servono solo a sostenere il corpo o a contenere alcune parti delicate. Organi che quando si rompono gli ortopedici sono capaci di aggiustare con sega e martello. In realtà le funzioni delle ossa sono molto più fini e molto delicate, essenziali per mantenere l’equilibrio dei sali minerali nel nostro ambiente interno. Le ossa sono organi meravigliosi, capaci di rimodellarsi costantemente a seconda delle esigenze dell’organismo, con parti che si riassorbono e parti che si riformano a seconda degli stimoli meccanici e biochimici che ricevono. Perché è proprio l’uso delle ossa che le fa irrobustire, il carico che devono portare, le tensioni che devono sopportare. Anche un giovane, se è costretto a letto per lungo tempo, diventa osteoporotico, le sue ossa ritorneranno perfettamente efficienti quando riprenderà a muoversi e a lavorare. Nello scheletro di un adulto c’è circa un chilo e mezzo di calcio, ma il calcio non serve solo per irrobustire, bensì per innumerevoli funzioni dell’organismo; lo scheletro in particolare, ha anche la funzione di mantenere costante il livello di calcio nel sangue, con un valore di circa dieci milligrammi ogni decilitro: se ce ne fosse di meno o di più ci sentiremmo ipereccitati o, al contrario, depressi e senza tono, perché il calcio regola la funzionalità dei nervi e dei muscoli. Per questo il livello di calcio nel sangue viene controllato con meccanismi di regolazione molto sofisticati, con il concorso della vitamina D e di vari ormoni: non appena il livello diminuisce subito le ossa ne liberano la quantità necessaria a ripristinare l’equilibrio, mentre se il livello di calcio aumenta, i reni provvedono ad eliminarlo. Il calcio inoltre è indispensabile per il funzionamento di certi enzimi, le proteine che controllano il nostro metabolismo, e per la regolazione del livello di acidità del sangue: quando il sangue è molto acido, ad esempio quando mangiamo troppe proteine animali, le ossa provvedono a tamponare l’ eccesso liberando calcio.
Alla menopausa, infatti, quando le ovaie smettono di produrre estrogeni, si ha generalmente una spiccata caduta della concentrazione di calcio delle ossa, perché la fissazione del calcio nelle ossa è favorita dagli ormoni sessuali. Uno specialista che spesso non viene consultato è il nutrizionista o il dietologo, sia perché ce ne sono pochi, sia perché la dieta è considerata dai medici qualcosa di poco gestibile, o comunque di cui non vale la pena di occuparsi oggi che abbiamo farmaci per ogni problema. D’altronde nel corso di laurea in medicina l’alimentazione è proprio dimenticata, così come la prevenzione è quasi tutto ciò che riguarda il benessere. Anche per la prevenzione dell’osteoporosi i medici pensano molto più ai controlli diagnostici e ai farmaci che non a quello che il paziente mangia, e quando ci pensiamo rischiamo di causare ancora più danni.
Ovviamente è importante che nella dieta ci sia un sufficiente apporto di calcio, ma non basta guardare le tavole di composizione degli alimenti e scegliere quelli che contengono più calcio, perché si finirebbe di consigliare di bere più latte e mangiare più formaggio con il risultato di far aumentare il livello i colesterolo e di far più male che bene anche alle ossa. Gli alimenti devono essere raccomandati con prudenza, come i farmaci, perché possono avere effetti collaterali indesiderati. Il formaggio, ad esempio, è ben vero che è ricco di calcio, ma è anche molto ricco di proteine animali, che favoriscono l’eliminazione del calcio dalle ossa, meglio quindi andarci piano, e raccomandare inoltre di ridurre le altre fonti di proteine animali, soprattutto le carni. La frequenza di fratture osteoporotiche è infatti proporzionale al consumo di carne.
Ma come facciamo senza proteine? In realtà le proteine vegetali, meno acide di quelle animali, sono ampiamente sufficienti al nostro fabbisogno: l’associazione di cereali e legumi, ad esempio, tipica della cucina tradizionale di moltissimi popoli, contiene tutti gli amminoacidi necessari alla nutrizione umana senza eccedere in quelli che favoriscono la perdita di calcio dalle ossa.
Riassumiamo in uno specchietto come prevenire l’osteoporosi:
attività fisica
ridurre il consumo di proteine animali, che favoriscono l’eliminazione del calcio dalle ossa, quindi ridurre la carne e i formaggi
assicurare un sufficiente apporto di vitamina D ( la troviamo soprattutto nel pesce), ma è bene prendere sole, perché la vitamina D viene sintetizzata nella pelle grazie ai raggi ultravioletti
alimenti ricchi di calcio sono: la frutta oleaginosa, i legumi, i broccoli, le cime di rapa, e molti tipi di cavolo, il pane integrale, molte verdure verdi, vari frutti tra cui le olive e le prugne, il pesce tra cui la frittura di pesciolini dove vengono masticate le lische o la zuppa di pesce,dove le lische si sciolgono per la lunga cottura
evitare gli alimenti come i polifosfati che impediscono l’assorbimento del calcio
ridurre il rapporto fosforo/calcio nella dieta, per non stimolare la produzione di ormone paratiroideo che favorisce il riassorbimento osseo.
Visto che si raccomanda di consumare pesce, meglio ridurre le altri fonti di fosforo, cioè la carne e le uova.
Mangiando in questo modo faremo del bene anche al nostro fegato, al nostro pancreas, alle nostre arterie, e al nostro buon umore; e potremo dare un calcio a medici e medicine.
Tratto dal libro “Alimentare il Benessere” di Franco Berrino, medico, patologo, epidemiologo, dirige il dipartimento di medicina preventiva e predittiva dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.